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29-05-2009        www.lascossa.org
Mitigare il cambiamento climatico
Il 4 maggio scorso è stato presentato ufficialmente a Bangkok il rapporto del Gruppo Intergovernativo sul Cambiamento Climatico (IPCC) sulla mitigazione del cambiamento climatico. Con l'ultima delle tre relazioni - la prima analizzava le basi scientifiche del mutamento globale, la seconda punti vulnerabili e modalità di adattamento - si chiude il Quarto Rapporto sul Clima prodotto dall'IPCC che sarà pubblicato in forma integrale alla fine del 2007.

Dal 1970 al 2004 la presenza di gas serra in atmosfera è aumentata del 70% e se globalmente mantenessimo le politiche attuali di mitigazione nelle prossime decadi le emissioni proseguirebbero nella loro crescita. Uno sforzo per stabilizzare i valori tra 445-535 ppm di CO2eq potrebbe determinare una diminuzione fino al 3% del PIL globale

Un radicale cambiamento nello stile di vita e nei modelli di consumo, e un miglioramento dal punto di vista della gestione potrebbero contribuire al contenimento delle emissioni in tutti i settori. Preservare le risorse e sviluppare un'economia a basse emissioni, più equa e sostenibile, sono tra i principi cardine posti in evidenza dagli esperti sul clima.

L'introduzione di programmi di educazione e formazione può contribuire alla diffusione e acquisizione da parte del mercato di concetti quali l'efficienza energetica in combinazione con altre misure.

Nel settore residenziale, il cambiamento nel comportamento, nei modelli culturali, nelle scelte dei consumatori e nell'uso delle tecnologie possono determinare una forte riduzione delle emissioni. L'efficienza energetica per gli edifici nuovi ed esistenti è un'opzione che determina una significativa riduzione della CO2: per il 2030 le emissioni potrebbero essere abbattute di circa il 30% con un beneficio economico netto e con vantaggi nella qualità dell'aria dei locali, e nel miglioramento del comfort.

L'efficienza energetica gioca un ruolo determinante in molte regioni del pianeta e su larga scala. Negli scenari più ambiziosi le maggiori aspettative sono rivolte alle fonti rinnovabili, all'energia nucleare e ai sistemi di cattura e accumulo di CO2.

Una diversa gestione del settore trasporti, che includa la stessa pianificazione urbana finalizzata a ridurre le tratte di percorrenza, in combinazione con una migliore informazione e educazione, può anch'essa contenere significativamente i gas serra.

Lo stesso vale per l'industria, nel cui caso l'addestramento del personale, l'introduzione di riconoscimenti, le esperienze esistenti possono aiutare a ridurre l'utilizzo di energia e le emissioni. I risultati maggiori si possono ottenere nei settori maggiormente energivori.

L'agricoltura e le attività di forestazione garantiscono il sequestro nel suolo di grandi quantità di CO2 a basso costo contemporaneamente producendo biomassa per impiego energetico.

Anche la minimizzazione e migliore gestione dei rifiuti può aiutare a contenere le emissioni (il settore incide per il 5% sul totale).

In tutte le regioni analizzate è emerso che la riduzione dell'inquinamento atmosferico determina un rilevante impatto positivo sulla salute, tanto da compensare una frazione dei costi di mitigazione. Tra gli altri vantaggi derivati ci sono la maggiore sicurezza dal punto di vista dell'approvvigionamento energetico, un incremento della produzione agricola e una ridotta pressione sugli ecosistemi naturali grazie alle minori concentrazioni di ozono in troposfera.

I governi hanno a disposizione politiche e strumenti per incentivare un processo di mitigazione. La loro applicabilità va configurata caso per caso e l'esperienza insegna che nei diversi paesi esistono vantaggi e svantaggi dall'adozione di ciascuno strumento. Per valutare l'efficacia di politiche e strumenti in dotazione si deve tener conto di quattro fattori principali: l'efficacia dal punto di vista ambientale, il costo economico, gli effetti di distribuzione (l'equità) e la fattibilità istituzionale.
 
 
 

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