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08-10-2007        La Nuova Sardegna
PULA. Il riciclo dei rifiuti? La Sardegna va veloce
Il riciclo dei rifiuti? La Sardegna va veloce: recupera il divario da altre aree d'Europa e ottimizza la raccolta delle scorie. Almeno su cinque categorie di prodotti: plastica, vetro, carta, acciaio, alluminio. Ad affermarlo non sono i soliti amministratori alla ricerca di consensi. La conferma giunge dal simposio al Forte Village. Così, durante i lavori a Santa Margherita di Pula, a spiegare esattamente come e perché il traguardo è stato raggiunto pensa Giancarlo Longhi, direttore generale del Conai, il Consorzio italiano per il recupero degli imballaggi. «Seguiamo la vita di ogni prodotto sinché non diventa scoria: dalla nascita alla morte - è uno dei suoi motti - E prevediamo tutte le fasi di riutilizzo. Il conferimento alle discariche è l'ultima spiaggia».
«Ben prima, attraverso la raccolta differenziata, ci si può muovere come all'interno di una immensa miniera - continua Giancarlo Longhi - Estrarre ogni preziosa risorsa contenuta è il nostro slogan e il nostro motivo di orgoglio».
Il Conai è un'istituzione privata nata su scala nazionale per una precisa scelta politica. Agisce, provincia per provincia, in modo capillare e selettivo. Tutto attraverso consorzi che pensano allo stoccaggio in poli regionali: pagano ai Comuni il riciclaggio e rivendono poi i resti ad aziende specializzate. «Nel nostro Paese possono venire venire trasformati in nudi materiali dodici milioni di tonnellate di rifiuti - informa Longhi - Il dieci per cento attraverso il riciclaggio, il novanta mediante altri processi di trasformazioni che consentono anche la produzione di energia. Con misure mirate e centri di trattamento adeguato si contribuisce così a ridurre l'effetto serra». «Come sappiamo bene tutti l'Italia non dispone di grandi quantitativi di materie prime - aggiunge il dirigente del Conai - Quale migliore occasione, allora, di trasformare l'ostacolo-rifiuti in una moderna opportunità? L'anno scorso abbiamo riciclato sette milioni di tonnellate di materiali da imballaggio e accantonato altre trentaduemila, tutte provenienti sempre da carta, vetro, alluminio, acciaio e plastica».
E in questi processi qual è l'esatta posizione dell'isola? Ancora una volta Longhi si rivela un prezioso conoscitore della realtà regionale, in grado di fornire dati raffrontati su scala italiana ed europea. Con la conferma, intanto, della rapida risalita della Sardegna verso le vette di eccellenze già toccate da altri nel nostro continente. Spiega infatti il direttore del Consorzio per il recupero: «Tra il 2000 e il 2006 l'isola registra una crescita nel recupero dei cinque principali materiali. Soltanto per il vetro, in periodi più recenti, forse a causa della graduale sostituzione delle bottiglie tradizionali con quelle di plastica soprattutto nel caso dell'acqua minerale, si è avuta un'inversione di tendenza, con un leggero calo. In generale, comunque, si è passati da una raccolta pari a 37 chili per ogni abitante a 43 chili. Il che pone la Sardegna a un livello intermedio tra i migliori piazzamenti di tutte le regioni del Settentrione (Liguria esclusa) e le altre realtà centro-meridionali del Paese». Ma secondo Longhi l'aspetto più importante è il trend di crescita. Accompagnato da un miglioramento nella gestione del problema da parte della maggioranza dei paesi e delle città dell'isola. Dice ancora il dirigente Conai: «Già da qualche anno abbiamo firmato convenzioni con la Regione. L'obiettivo? Conseguire risultati ottimali in tutte le otto province sarde. Da allora si può constatare, dati alla mano, una maggiore sensibilizzazione della popolazione. Prendiamo per esempio il caso della plastica: l'accumulo è in breve tempo raddoppiato, da tre a sei chili per ciascun abitante. E se Sassari ha vinto addirittura un premio per la raccolta del cartone piazzandosi al primo posto in Italia, Cagliari sta recuperando un po'. Insomma, nel giro di poco in Sardegna si è passati da venticinquemila a quarantamila tonnellate riciclate. Non sono cifre di scarso rilievo. Dimostrano che le città e i paesi, anche in Sardegna, per quanto riguarda lo smaltimento delle scorie solide sono giacimenti metropolitani in piena regola: risorse insperate capaci di garantire un nuovo sviluppo».
 
 
 

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